Sono sempre stata brava a scuola.
A 4 anni, leggevo e scrivevo.
Trascorsi i primi anni delle elementari, addormentata sui banchi.
Ma una cosa, proprio, non mi è mai riuscita: il bel disegno.
Quello era appannaggio di mia sorella maggiore, Licia.
La guardavo, ammirata, mentre tracciava, sui fogli, linee sicure, con chiara destinazione.
Per ognuna, il giusto colore, l’armoniosa e appropriata collocazione.
Non io.
Arrivai alle medie.
L’anticipo del suo talento, creava aspettative.
Che avrei disatteso.
Questo, lo sapevo; per certo.
Ma, in agguato, attendeva, l’imprevisto.
Incontrai … un lettore d’anime.
Compito in classe di disegno.
Mi ero prefissata un alto traguardo, per i miei pochi mezzi: ritrarmi all’ombra di un salice piangente.
Più insistevo e più le forme aggraziate, ben impresse nella mia mente, si tramutavano in sagome rozze, ampollose, graficamente prolisse.
Il lettore d’anime girava fra i banchi, controllando, ammonendo, correggendo.
Sentii la sua mano sulla mia spalla.
Il fiato si fermò, in un tempo sospeso.
Attesi, in silenzio, il giusto rimprovero.
:”Brèva! Tci’ propri un’anerchica!”
Il suo romagnolo, rotondo e pieno, rotolò dalle sue labbra al mio salice.
Sorrise. Sorrisi.
Sì, professore Antonellini, oggi lo so, “sono proprio un’anarchica” … :))
Painting by Gyo Fujikawa