Non mi piacciono le feste comandate.
Senza eccezione alcuna.
E il marketing che, seco, precipita a valle.
Non mi piacciono i regali, alle feste comandate.
Perdono il senso precipuo del dono, la bellezza da moto spontaneo, la purezza del sentimento non asservito alla convenzione sociale.
Non mi piacciono le resse, alle feste comandate; orde da arnia impazzita.
C’è chi trova rassicurante il segno culturale, dominante, che si fa simbolo.
Non io.
Al contrario: mi inquieta.
Del Natale, mi piace:
la tazza che strabocca cioccolata bollente e panna montata,
gli sbarluccichii e la notte che si colora,
la musica, che commuove, sotto i fili argentati,
il ricongiungersi agli amati, lontani
il nitore di un cristallo di neve.
Ciò che per me conta:
che mi si ricordi, nel giorno della mia nascita.
E’ come dirmi: sei la benvenuta, è bello che tu sia arrivata qui, questo momento è tuo.