Intanto, mi dissocio:
dal parallelismo (più esplicito che mai, nel non detto) fra l’invasione russa dell’ Ungheria e il conflitto in corso in Ucraina.
Le mie visioni storico/politiche dell’attuale guerra, si distanziano, con nettezza, dalla divulgazione dominante.
Non è questa la sede, per un tale approfondimento.
L’inciso era, però, necessario (quanto meno…).
Poi, mi associo!
In tutto, mi associo.
Ad un Nanni Moretti rifiorito alla gioventù dei suoi inizi, ai brillanti escamotage narrativi, alle citazioni felliniane, all’espanso amore per il cinema che il film trasuda, alla naturalezza interpretativa che qui, i suoi attori feticci massimamente esprimono, al ridere complice di chi, come me, si è molecolarmente sentito di sinistra (appartenenza politica che, Sì, fu, visceralmente, anche mia); ed alla fine di tutto:
del cinema,
dell’amore,
del canto,
della vita
… unico seme di ogni, nuovo, inizio.
E Nanni lo è, anticamente … nuovo, in quest’opera matura, squillante di musica e colori; nella visione graffiante, ironica, istrionica, … del (suo) mondo.
Come da matrice narrativa, ontologizza, traspone fuori di sé, ciò che, dentro, gli appartiene, intimamente e lo fa con l’apparente leggerezza di chi sia lì di passaggio; quasi per caso…
Ma nulla, nei suoi film, è “per caso”.
Lo raccontano maniacale.
Non stento a crederci.
Ma io lo amo.
E con l’amore, c’è poco da fare.
E dunque, ora e sempre, …Viva Nanni! 🙂